La
dieta di un alpinista
Prima
di affrontare un’escursione è consigliabile fare una buona
colazione di tipo europeo composta cioè da cibi dolci e salati,
prosciutto, formaggio, uova ecc. con abbondanti liquidi (latte,
caffè, succhi di frutta) almeno 1 ora prima dell’inizio
dell’attività.
O,
meglio ancora, assumere il giorno precedente una grande quantità di
carboidrati e zuccheri complessi, per assicurarsi una scorta di
energia muscolare (glicogeno).
Fare spuntini frequenti è importante si sa...
Durante l’ascesa, a brevi intervalli di
tempo, è consigliabile nutrirsi con qualcosa di dolce come barrette
energetiche, biscotti e cioccolato per reintegrare gli zuccheri
consumati mentre, nel corso della giornata, è meglio consumare solo
piccoli spuntini a base di panini con salumi magri, dolciumi, frutta
fresca e secca.
Tra le bevande sono senz’altro da preferire
quelle analcoliche, con zuccheri e caffeina come caffè, the e
cioccolata, succhi di frutta e acqua.
La caffeina, in dosi moderate, aiuta a
mantenere sveglio e reattivo il sistema nervoso e facilita l’utilizzo
delle riserve energetiche dei depositi di grasso; alla sera occorre
ricordarsi di reintegrare gli zuccheri e l’acqua (pasta in brodo,
verdure).
Cosa
mangia un astronauta
I cibi vengono concordati con l’equipaggio
almeno nove mesi prima della missione, con una cura meticolosa per
valutare quanto i piatti siano bilanciati e gradevoli. Vengono
preparati a terra dagli “chef dello spazio” - un team di
ricercatori, chef, ingegneri e nutrizionisti - e devono avere
particolari proprietà per adattarsi al loro consumo a distanza di
mesi nello spazio. Qualche esempio? Devono essere termoresistenti e
durare a lungo senza l’aggiunta di conservanti artificiali, ma solo
naturali (come il limone). Inoltre le confezioni devono essere
sottovuoto, perché anche una piccolissima quantità d'ossigeno può
compromettere l'integrità del cibo e renderlo immangiabile. Un
alimento vietato nello spazio? Il pane. Le briciole, infatti,
potrebbero essere inalate o rovinare la strumentazione. Al suo posto
delle speciali cialde di cereali integrali soffiati. Ogni astronauta
ha inoltre a disposizione un “bonus food”, ossia 3-5 piatti tra i
suoi preferiti che può portare con sé dalla Terra. Luca Parmitano,
ad esempio, ha scelto parmigiana e tiramisù, mentre Samantha
Cristoforetti ha optato per piatti a base di pesce azzurro e carne
bianca.
Ma come rendere questi cibi “mangiabili”
nello spazio? In mancanza di gravità, infatti, molti alimenti si
spargerebbero nell’ambiente. Per questo motivo riso, zuppe,
frullati e condimenti sono studiati ad hoc, sia nella consistenza che
nella forma. Ad esempio olio e aceto sono conservati in boccette con
contagocce, i cibi solidi sono serviti su un vassoio magnetico dove
sono attaccate le posate, mentre bevande e zuppe si sorseggiano
tramite cannucce.
La
dieta degli impiegati

La
dieta di un ciclista
Come in ogni attività sportiva, la giusta
alimentazione è un punto cardine della pratica ciclistica e
cicloturistica.

Per questo è richiesta un’adeguata
alimentazione per non trovarsi a metà strada con una crisi di fame o
di sete che ci rende impossibile proseguire a ritmi decorosi.
Il nostro obiettivo è quello di fornire alcuni
concetti chiave riguardanti le diverse caratteristiche dei cibi e su
quale siano i carburanti che il nostro organismo richiede prima
durante e dopo lo sforzo ciclistico.
Carboidrati: Pasta, pane, riso….
Si potrebbero definire la vera e propria
benzina del ciclista: i carboidrati nella fase digestiva sono
trasformati in glucosio, che viene usato dai nostri muscoli per
produrre energia.
Esistono 2 tipi di carboidrati: complessi e
semplici.
Mentre i carboidrati complessi sono sottoposti
a diversi processi metabolici con una conseguente lenta
assimilazione, i carboidrati semplici subiscono molti meno processi e
costituiscono una fonte di energia più immediata.
Nel ciclismo i carboidrati complessi
rappresentano una fonte di nutrizione di primaria importanza:
l’energia da loro prodotta è infatti assorbita dall’organismo
lentamente e progressivamente e risultando quindi ideali quando si
necessita di energie durature.
I carboidrati semplici invece rappresentano un’
ottima fonte di energia immediata, ma la loro durata molto limitata
li rende meno efficaci se non in momenti in cui è richiesto un picco
di energia.
In una dieta sana i carboidrati dovrebbero
fornire almeno il 50-60% (soprattutto carboidrati complessi, la
percentuale di quelli semplici si dovrebbe attestare intorno al 7-8%)
dell’apporto calorico quotidiano.
Proteine: Carne, pesce, uova…
Le proteine vengono trasformate dal nostro
organismo in aminoacidi, che hanno la funzione di riparare i tessuti
e costruire nuovi muscoli.
Grassi: Latticini, olio…
Non tutti i grassi fanno male, tutt’altro. Se
è vero che i grassi saturi rallentano il metabolismo e inducono
all’aumento del colesterolo, i grassi insaturi sono necessari per
l’assorbimento delle vitamine e rappresentano un’ottima fonte
energetica a lunga durata.
Alcuni consigli sull’alimentazione sportiva:
È fondamentale dedicare attenzione
all’alimentazione prima, durante e dopo lo sforzo fisico: avremo
infatti bisogno di accumulare le necessarie riserve energetiche prima
di affrontare lo sforzo, rifornirci nel migliore dei modi durante la
tappa e reintegrare il nostro organismo alla fine della “fatica”.
Prima della partenza è consigliato assumere
molti carboidrati complessi (Cereali, pasta, riso, panini di farina
integrale); durante è importante mangiare cibi leggeri e facilmente
assimilabili con una certa continuità. Ai carboidrati complessi si
possono aggiungere carboidrati semplici. I principali cibi che si
possono assumere durante lo sforzo sono torte, dolci, barrette o
bevande specifiche e panini.
Finito il duro lavoro, si crea la cosiddetta
“finestra” dei 30 minuti: mezz’ora in cui il nostro organismo
accelera la capacità di utilizzare carboidrati soprattutto se
abbinati a proteine. Molto importante quindi un buon rifornimento a
corsa finita: ideali sono panini con tonno o burro, dolci, yogurt
ecc…
Il giorno successivo alla tappa, soprattutto se
si è durato molta fatica, è necessario fare il pieno di proteine
per la ricostruzione delle fibre muscolari.
Per ultimo il consiglio forse più banale, ma
assolutamente fondamentale: durante uno sforzo fisico l’integrazione
principale di cui il nostro corpo necessita sono i liquidi.
La disidratazione è un fenomeno che può
capitare molto facilmente se non vi si dedica la giusta attenzione.
Il consiglio è di idratarvi spesso bevendo circa un litro d’acqua
(magari con l’aggiunta di sali minerali) ogni 2 ore.
Nessun commento:
Posta un commento